Dieta funzionale e dieta tradizionale: queste le 5 principali differenze

Dieta funzionale e dieta tradizionale

Le differenze tra dieta funzionale e dieta tradizionale.

Vuoi rivolgerti a un esperto o un’esperta di dieta funzionale a Milano, come la dottoressa Wanda Rizza? La tua è un’idea davvero saggia. Gli studi e il lavoro della dottoressa Rizza, la quale collabora con la nostra Erboristeria Fitosofia, si basano sull’alimentazione funzionale con lo scopo di migliorare la salute dei pazienti.

Una dieta funzionale non è una dieta comune. Si tratta di una regime alimentare che utilizza il cibo come terapia naturale al fine di:

  • ripristinare l’equilibrio di ogni individuo,
  • prevenire o risolvere carenze di importanti sostanze nutritive,
  • trattare i disturbi legati a un’alimentazione scorretta

e tanto altro ancora.

Tutto ciò va fatto agendo in sincronia con la vita della singola persona, anche in presenza di eventuali patologie che prevedano una terapia farmacologica al fine di supportare il trattamento medico tradizionale e al tempo stesso di ridurne gli effetti collaterali.

Oggi vogliamo concentrarci sulle peculiarità della dieta funzionale e lo faremo parlandoti delle 5 principali differenze con la dieta “classica”. Leggi i seguenti paragrafi per scoprirle tutte!

1) Dieta funzionale VS dieta tradizionale: la personalizzazione del piano alimentare

Dieta funzionale e dieta tradizionale

La personalizzazione è la differenza principale tra la dieta funzionale e quella convenzionale. Un nutrizionista funzionale si concentra sul paziente piuttosto che sui soli sintomi da lui riscontrati o sui suoi obiettivi a livello esteriore (ad esempio il dimagrimento).

La nutrizione funzionale è un metodo personalizzato per ottimizzare la salute attraverso l’alimentazione. Una dieta funzionale si stila considerando questi e altri fattori:

  • patologie del paziente, in particolare quelle croniche (potresti scoprire che una tua patologia cronica possa essere legata in qualche modo all’alimentazione scorretta)
  • lo stile di vita del paziente nella sua interezza
  • comportamenti alimentari sbagliati
  • familiarità per particolari problematiche
  • specifiche analisi di laboratorio utili a stilare un piano alimentare funzionale per il paziente
  • qualità del sonno
  • gestione dello stress

Questi fattori sono particolarmente importanti perché il termine “funzionale” significa, in questo caso, orientato verso il ripristino delle normali funzioni dell’organismo di una persona.

2) La dieta funzionale non considera solo la struttura delle persone, ma mira al loro benessere completo.

Una dieta tradizionale si fa quasi sempre con l’obiettivo di dimagrire o, nel caso degli sportivi, per aumentare la massa muscolare e definire l’aspetto fisico.

La dieta funzionale naturalmente tiene conto di questi obiettivi, ma permette al paziente di raggiungerli attraverso una vera e propria educazione alimentare che possa essere mantenuta per tutta la vita.Permette inoltre di dimagrire nel modo corretto, perdendo cioè solo grasso corporeo e mantenendo o aumentando i tessuti magri.Inoltre molti pazienti si rivolgono ai nutrizionisti funzionali per risolvere particolari problematiche di salute, su base auto-immune, ormonale o multifattoriale.

La nutrizione funzionale si basa infatti sul fatto che il cibo non sia solo un carburante per l’organismo, bensì uno strumento estremamente utile per risolvere numerosi disturbi organici o funzionali. 

Leggi anche: I principali effetti funzionali degli alimenti nell’organismo umano

3) La dieta funzionale prevede l’assunzione di alimenti funzionali.

Come saprai la dieta tradizionale prevede l’assunzione di cibi sani con lo scopo di raggiungere uno stato fisico ottimale. Il nutrizionista calcola meticolosamente le calorie in base al fabbisogno energetico, elimina cibi a cui la persona è intollerante e si adegua alle preferenze del singolo paziente.

Un nutrizionista esperto di dieta funzionale aggiunge ulteriori pratiche a queste consuetudini. Uno dei presupposti alla base della dieta “funzionale” è l’utilizzo di nutraceutici, specifici alimenti funzionali.

Questi alimenti sono naturalmente ricchi di sostanze benefiche per l’organismo e in alcuni casi ne contengono specifiche quantità e tipologie (si parla in questi casi di alimenti funzionali arricchiti).

Un nutrizionista funzionale va oltre il valore nutrizionale del cibo, considerandone gli aspetti terapeutici in base alla situazione clinica della persona. Considera in particolar modo i benefici che l’assunzione di determinati alimenti può apportare al singolo individuo.

In una dieta funzionale gli alimenti vengono inoltre combinati tra loro in modo da favorire la biodisponibilità dei nutrienti e promuovere una digestione ottimale e il corretto destino metabolico di ogni pasto.

4) La combinazione dei nutrienti nella dieta funzionale.

Dieta funzionale nutrienti

Facciamo un esempio. Una dieta classica prevede l’assunzione di alimenti come pasta/riso/legumi/carne/pesce/uova e altri alimenti accompagnati da un contorno di verdure e dalla frutta. Ogni alimento deve essere pesato al fine di rispettare il fabbisogno energetico della giornata o, in base alla dieta, al fine di superarlo o stare al di sotto di esso.

Un nutrizionista che stila una dieta funzionale considera naturalmente i rapporti dei macronutrienti per ogni pasto, ma considera anche le numerose sostanze benefiche di ciascun alimento e associa i cibi in modo da favorire l’assorbimento di sostanze come le seguenti:

  • vitamine e sali minerali
  • fibre solubili e insolubili
  • antiossidanti
  • acidi grassi omega-3
  • polifenoli  

La scelta di queste sostanze, la modalità e la frequenza di assunzione sono mirate al raggiungimento degli scopi prefissati con il singolo paziente. Che si tratti di ridurre gli effetti collaterali di determinati farmaci o di migliorare il benessere e la composizione corporea, risolvere specifici disturbi metabolici o trattare uno squilibrio ormonale, la Nutrizione Funzionale ha la chiave giusta per ogni situazione.

Senza dubbio un’alimentazione varia, ricca di vegetali e alimenti ad alto valore biologico rappresenta la base da cui partire. Tuttavia moltissimi pazienti richiedono interventi mirati e necessitano quindi di protocolli nutrizionali ulteriormente personalizzati.

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5) La dieta funzionale ti aiuta a prevenire e a risolvere particolari disturbi.

Un nutrizionista funzionale analizza a fondo i disturbi di cui soffri, anche quelli che pensi non siano strettamente legati all’alimentazione. Indaga inoltre su livelli di stress, abitudini del sonno e stile di vita. Tutti questi fattori giocano infatti un ruolo fondamentale nella tua salute, e hanno un rapporto sinergico con l’alimentazione nel determinare lo stato di salute generale.

Ad esempio, lo stress cronico può esacerbare i sintomi di numerose patologie metaboliche e auto-immuni, così come la qualità del sonno influenza il metabolismo e l’assetto ormonale a breve e lungo termine.

Un esperto di dieta funzionale può fornirti consigli e strategie per gestire lo stress cronico al fine di ridurne gli effetti, ma può anche aiutarti qualora soffrissi di disturbi come i seguenti:

  • malattie autoimmuni (psoriasi, celiachia, tiroidite di Hashimoto, dermatite, lupus, etc.)
  • problematiche femminili (PCOS o sindrome dell’ovaio policistico, amenorrea, disturbi legati alla menopausa, infertilità, etc.)
  • scompensi ormonali 
  • malattie cardiovascolari
  • malattie neurodegenerative
  • cefalea ed emicrania

Pressoché qualsiasi disturbo può essere affrontato anche con il supporto dell’alimentazione funzionale.

In conclusione

Ora conosci tutti i dettagli della dieta funzionale e le differenze con la dieta tradizionale.

Vuoi migliorare realmente la qualità della tua vita, la tua salute generale e risolvere particolari problematiche? Richiedi pure una consulenza con la dottoressa Wanda Rizza, esperta di dieta funzionale a Milano.

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