Mancanza di vitamina D: quali sono le conseguenze per il nostro organismo? Scopri come riconoscere i sintomi e cosa fare in caso di vitamina D3 bassa
Vitamina D3: cos’é e a cosa serve
La vitamina D3, o colecalciferolo, è una delle principali forme della vitamina D e viene prodotta a livello della cute a partire dal suo precursore, il 7-deidrocolesterolo, che, come si evince dal nome, è uno steroide.
La quantità di vitamina D3 prodotta dal nostro organismo dipende dalla quantità di raggi ultravioletti a cui ci esponiamo: ecco spiegato il motivo per cui le nonne ci ripetono sempre che prendere il sole ci bene (ricordiamoci, però, di esporci con le dovute protezioni).
Il fabbisogno giornaliero di vitamina D dipende principalmente da età e sesso della persona, tuttavia si ritengono nella norma valori ematici compresi tra 30-60 ng/mL circa (anche se gli intervalli di riferimento possono variare da un laboratorio all’altro).
Carenza di vitamina D3: conseguenze sull’organismo
La vitamina D3 è un importante regolatore del metabolismo del calcio: una carenza di questa vitamina ha come principale effetto quello di ridurre l’assorbimento di calcio a livello intestinale, con compromissione nella mineralizzazione del tessuto osseo.
Questo porta a rachitismo in età pediatrica ed a osteomalacia e osteoporosi in giovani ed adulti.
Tutto ciò si traduce in una maggiore fragilità delle ossa, aumentando il rischio di malformazioni ed il rischio di fratture e dolori osteo-articolari.
Cause della carenza di vitamina D3
Tra le cause di ipovitaminosi D ci sono:
- insufficiente esposizione alla luce solare: questa è la causa più frequente, soprattutto nei paesi industrializzati, dove fin da piccoli si è esposti sempre meno al sole.
- età: l’anziano produce almeno il 30% in meno di vitamina D a parità di esposizione solare.
- fototipo cutaneo: le persone con la carnagione scura sintetizzano meno vitamina D a causa dell’effetto della melatonina.
- Indice di massa corporea o BMI: nelle persone obese la vitamina D tende ad essere sequestrata dal tessuto adiposo.
- Insufficiente apporto alimentare di vitamina D.
- Malattie da malassorbimento, nelle quali i soggetti non sono in grado di assorbire i grassi. Questi, infatti, sono il mezzo attraverso cui vengono assorbite le vitamine liposolubili come la vitamina D.
- Malattie epatiche o renali che compromettono la conversione della forma biologicamente inattiva della vitamina D in quella attiva.
- Terapie a base di farmaci che ne alterano il corretto metabolismo, quali anticonvulsionanti, rifampicina o antivirali.
Sintomi da vitamina D3 insufficiente
Tra i sintomi più comuni dovuti all’insufficienza della vitamina D3 troviamo:
- Dolore alle ossa, dovuto al suo ruolo centrale nella mineralizzazione dell’osso.
- Dolori alle articolazioni.
- Dolore muscolare. É dimostrato da studi scientifici che i nocicettori (recettori del dolore) presentano molecole che legano la vitamina D (VDR), e che la sua carenza porta ad una loro attivazione con conseguente dolore.
- Debolezza muscolare.
Spasmi muscolari. Il calcio, i cui livelli sono sotto il controllo della vitamina D, è un importante elemento coinvolto nella regolazione muscolare. Una carenza di vitamina D può portare ad un abbassamento dei livelli di calcio nel sangue e ad alterazioni nella trasmissione muscolare. - Stanchezza cronica. La vitamina D svolge un importante ruolo nella regolazione del metabolismo e nei processi correlati allo stato di salute. Un suo deficit può portare ad astenia e debilitazione.
- Aumento delle fratture correlate alla minor mineralizzazione ossea per il deficit di assorbimento intestinale di calcio.
- Osteoporosi. Una deficienza nell’assorbimento di calcio determina una minore densità ossea.
- Depressione. Non è ancora stata ben spiegata la direzionalità di questa associazione, tuttavia molteplici studi mostrano come una supplementazione di vitamina D in persone che soffrono di depressione possa migliorare gli esiti terapeutici, grazie agli effetti omeostatici, immunomodulatori e trofici di questa vitamina.
Vitamina D carente e patologie della tiroide
Recentemente è stato evidenziato il ruolo della vitamina D come immunomodulatore.
Una carenza di questa vitamina è stata associata ad un aumento delle patologie autoimmuni quali artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico e sclerosi multipla. La sua supplementazione, di contro, si è rivelata efficace nel prevenire l’insorgenza o rallentare l’evoluzione di tali malattie.
Studi scientifici ( Vitamin D Deficiency and Its Association with Thyroid Disease ) hanno evidenziato come i pazienti affetti da ipotiroidismo registrino valori più bassi di vitamina D nel sangue rispetto alla popolazione sana.
Non è ben chiaro se il basso valore di vitamina D sia una causa o una conseguenza di questa disfunzione tiroidea, tuttavia in questi pazienti è stato dimostrato come ipovitaminosi D e di ipocalcemia ematica correlino con la severità ed il grado di ipotiroidismo.
É anche possibile che tali valori alterati siano correlati agli stili di vita errati adottati dai pazienti affetti da tali patologie:
- un paziente con ipotiroidismo potrebbe trascorrere meno tempo esposto al sole, per gli aumentati livelli di stanchezza che lo affliggono;
- un paziente con ipertiroidismo potrebbe avere una maggior scomposizione della vitamina D in prodotti inattivi, a causa della funzionalità elevata della sua tiroide.
Vitamina D bassa e testosterone
Diversi studi hanno provato ad esaminare il rapporto che sembra coesistere tra vitamina D bassa nel sangue e bassi livelli di testosterone negli uomini.
In particolare, uno studio danese è stato eseguito su 341 uomini, di cui 300 sani e 41 privi di un testicolo che era stato precedente rimosso a causa di un cancro.
Sono stati misurati e confrontati i livelli sierici di vitamina D e calcio ed è stato evidenziato come bassi valori di vitamina D comportino una minor produzione di testosterone.
Allo stesso modo è stato messo in evidenza come l’integrazione di vitamina D possa favorire l’aumento del testosterone, portando ad un miglioramento dello stato di salute della persona.
Come combattere le carenze da vitamina D3 con sole e alimentazione
Come già detto, la principale causa di carenza di vitamina D3 è l’inadeguata esposizione solare.
Il nostro consiglio, quindi, è quello di cercare di esporsi al sole almeno 20 minuti ogni giorno. In questo modo stimoleremo la conversione del 7-deidrocolesterolo nella sua forma biologicamente attiva, il colecalciferolo o vitamina D3.
In periodi come l’inverno l’esposizione è limitata anche dal maltempo, motivo per cui dovremmo assumere alimenti che ci aiutino a raggiungere il fabbisogno giornaliero di questa vitamina, in aggiunta a integratori specifici.
Tra gli alimenti che contengono alte dosi di vitamina D abbiamo:
- prodotti lattiero-caseari;
- pesce grasso, come salmone, trota, sgombro;
- fegato;
- tuorlo d’uovo;
- alimenti fortificati con vitamina D, come succo d’arancia, latte di soia, alcuni tipi di cereali in particolare la crusca.
Come accertarsi di una eventuale carenza di vitamina D
Per accertarsi di una reale carenza occorre eseguire un esame del sangue su un campione di sangue venoso dove si misurano i livelli di 25-OH vitamina D. (25-idrossicolecalciferolo).
Oltre ad essa si misurano anche i livelli di calcio e fosforo, i cui livelli ematici sono strettamente correlati a quelli della vitamina D.
Come integrare la Vitamina D
In caso di valori bassi di Vitamina D, è consigliabile assumere integratori specifici per raggiungere la corretta concentrazione ematica.
I nostri laboratori erboristici hanno sviluppato un integratore di Vitamina D3 di origine naturale e 100% vegan, arricchito con Vitamina K2 e Magnesio per potenziarne l’assorbimento e le funzionalità biologiche.