Depurare l’organismo: che cos’è la legge di Hering e come superarla

La legge di Hering e come superarla

Tra i pionieri nello studio della medicina omeopatica, uno dei posti di rilievo è da attribuire a Constantine Hering. Nato in Germania nel 1800, dopo la laurea in medicina si trasferisce negli Stati Uniti dove fonda la prima scuola medica omeopatica, l’American Institute of Homeopathy.

Oltre alla celebre legge che porta il suo nome, scrisse diversi trattati di medicina, che tuttora costituiscono una base di studio imprescindibile per chiunque voglia padroneggiare l’omeopatia: The Guiding Symptoms of our materia medica rimane una summa delle conoscenze di Hering.

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Le fasi della legge di guarigione di Hering

Con quella che comunemente viene definita Legge di Hering si intendono una serie di regole che descrivono il comportamento dell’organismo nel processo di guarigione. Queste regole teorizzano e definiscono l’evoluzione e la scomparsa dei sintomi, che secondo Hering procede sempre:

  • dall’alto verso il basso,
  • dall’interno verso l’esterno,
  • dagli organi più importanti a quelli meno vitali,
  • dal sintomo più anziano al più recente.

Per fare un esempio concreto: un’eruzione cutanea, presente su tutto il corpo, vedrà liberarsi la testa e il busto prima delle gambe. La risoluzione di un’asma bronchiale -sintomo interno- potrà dar luogo a un momentaneo sfogo cutaneo -sintomo esterno- che guarirà in un secondo momento. Una patologia del sistema respiratorio vedrà i polmoni -organo principale- guarire prima delle alte vie respiratorie. Infine, una patologia presente da poco tenderà a scomparire prima di una più antica.

Le fasi della cura non sono di pertinenza esclusiva dell’omeopatia, ma sono osservabili in qualunque approccio terapeutico che utilizzi la capacità di autoguarigione dell’organismo. La conoscenza di queste regole è fondamentale per il terapeuta: laddove non venissero rispettate, va modificata la terapia, risultata inadatta al soggetto.

Legge di Hering e depurazione dell'organismo

Superamento della legge di guarigione di Hering

La legge di Hering può portare il paziente a una successiva fase detta “crisi di guarigione”: una normale reazione dell’organismo alla terapia scelta dal terapeuta, da intendere come conferma che i rimedi siano effettivamente efficaci. In questa fase possono accadere accentuazioni della sintomatologia che potrebbero spingere il paziente ad abbandonare la cura.

Sull’esempio concreto, una terapia di disintossicazione fegato potrebbe portare il paziente, nelle prime due settimane, a riscontrare sintomi nuovi o aggravati: mal di testa, eruzioni cutanee, problemi intestinali e abbondante espulsione di muchi nasali (quest’ultima particolarmente riscontrabile in una terapia di disintossicazione del fegato).

Il razionale scientifico è abbastanza evidente: la terapia sta rimettendo in circolo nell’organismo il materiale tossico che era sedimentato nel fegato, per espellerlo.

Ciò può dar luogo ai sintomi già definiti, che possono essere di gravità più o meno elevata. Trattandosi però della conferma della bontà terapeutica, non bisognerà allarmarsi: se i sintomi sono lievi si potrà continuare la terapia senza aggiustamenti.

Se i sintomi sono intensi, potrebbe occorrere aggiustare le dosi o sospendere momentaneamente la terapia, sempre controllati dallo specialista.

Interrompere la terapia a causa degli effetti collaterali vanificherebbe quanto già fatto, mentre puntare al superamento della crisi di guarigione è la strada da perseguire.

Depurare l’organismo: regole generali

I rimedi omeopatici di Hering trovano ampio utilizzo nel caso della depurazione del corpo. Non si tratta di una vera e propria patologia medica, ma di un problema sistemico che può portare a squilibri e malesseri: stanchezza cronica, pesantezza generale, problemi digestivi, pelle troppo secca o troppo grassa, fino a sfociare in vere e proprie patologie epatiche.

Curare l’alimentazione per depurare il corpo è fondamentale poiché è tramite l’alimentazione che le tossine entrano nel corpo. Vanno limitati, se non eliminati, fritture e dolci; al contrario, frutta e verdura non saranno mai abbastanza. In generale, i cibi alcalini sono preferibili a quelli acidi. L’alcol fa sempre male, anche in piccole quantità.


Ma le regole alimentari si devono ritagliate sul soggetto: a fronte di regole generali valide per tutti, ogni corpo può preferire dei nutrienti particolari.

 

Il fumo è senza dubbio un elemento tossico e si deve abolire. Al contrario, l’attività fisica dovrebbe essere obbligatoria: di intensità bassa o media, è il migliore alleato del sistema cardiovascolare. Infine, il sonno: dormire almeno 8 ore al giorno è uno dei migliori mezzi naturali di depurazione.

Approfondimento: rimedi naturali per depurare il fegato

Il fegato, la ghiandola più grande del corpo umano, svolge diverse funzioni primarie nell’organismo umano: regola il metabolismo, immagazzina il glicogeno, rimuove le sostanze tossiche dal sangue etc. Come parecchi altri organi interni, però, ha il “difetto” di non generare dolore, e quindi una sua eventuale sofferenza non è sempre percepita.

Fatti salvi i consigli generali per depurare l’organismo, che valgono chiaramente per tutto il corpo, esistono degli accorgimenti naturali peculiari per la ghiandola epatica.

Tra i più semplici e immediati c’è sicuramente il succo di limone in acqua calda, al risveglio e a stomaco vuoto. Anche il succo di carota, con l’aggiunta di un pizzico di rosmarino, ha un robusto effetto depurativo.

Se si desidera un’azione ancora più incisiva, allora ci si può rivolgere ai rimedi erboristici o alla tintura madre: il tarassaco, anche detto dente di leone, è uno dei più noti. Si può assumere sia in tintura madre sia sotto forma di decotto, generalmente tre volte al giorno e sempre prima dei pasti.

Il tarassaco condivide molte proprietà benefiche col cardo mariano, che può essere assunto anche sotto forma di estratto secco fino a due volte al giorno. Altri fitoterapici utili per disintossicare il fegato sono le bacche di Goji, la bardana, l’erba d’orzo e l’aloe vera.

È importante sottolineare che l’efficiente attivato da queste piante medicinali è sistemico e non è limitato al solo fegato: hanno spesso infatti un effetto carminativo, oltre ad essere degli antinfiammatori naturali e dei modulatori del sistema immunitario.

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