Come avviene la produzione degli oli essenziali: scopri quali sono i processi a freddo, le tecniche antiche ed i metodi di estrazione più moderni.
Esistono diversi metodi per estrarre oli essenziali dalle diverse specie vegetali. Il base al metodo di estrazione degli oli essenziali, i prodotti ottenuti conterranno principi attivi volatili e molecole diverse, aventi ciascuna le sue particolari proprietà.
Il principale processo di estrazione è la distillazione a vapore. Tuttavia, in funzione del vegetale e della qualità di oli essenziali che si intende produrre, è possibile ricorrere ad altre tecniche. In questo articolo, spieghiamo le caratteristiche dei seguenti metodi di produzione di oli essenziali:
- Distillazione a vapore
- Spremitura a freddo
- Co-distillazione
- Distillazione con Alcool
- Enfleurage
- Assoluti (absolue)
- Con solventi
- Estrazione in CO2 supercritica
Prima di procedere, ti segnaliamo che tutti i nostri oli essenziali sono naturali, puri e di qualità adatta all’impiego cosmetico ed alimentare.
Distillazione di oli essenziali in corrente di vapore
La distillazione a vapore è il processo più utilizzato per l’estrazione degli oli essenziali dalle piante. Avviene in 3 fasi: vaporizzazione, raffreddamento e separazione. Si dispongono a strati le piante su più griglie all’interno dell’alambicco, quindi si fa passare il vapore acqueo attraverso il vegetale per estrarre l’olio essenziale.
Una serpentina refrigerata fa condensare l’acqua e la fa cadere in un contenitore. Gli oli essenziali contenuti, essendo più leggeri dell’acqua restano in superficie e possono essere raccolti.
L’acqua conterrà ancora molecole aromatiche, per questa ragione viene definita acqua aromatica e viene utilizzata nei cosmetici.
Per fare un esempio, il nostro olio essenziale di Lavanda, puro e di qualità alimentare, è estratto in corrente di vapore.
Spremitura degli oli essenziali a freddo
La spremitura è il metodo di produzione più semplice, ma purtroppo il più limitato. Questo metodo estrattivo è praticabile solo per ai frutti degli agrumi e permette di ottenere i seguenti oli essenziali: limone, bergamotto, mandarino, pompelmo, arancio dolce, arancio amaro etc…
Il metodo artigianale consiste nel far fuoriuscire meccanicamente le essenze contenute nelle ghiandole oleifere della scorza fresca dei frutti. Si può utilizzare una specie di cucchiaio di legno per estrarre gli oli essenziali ed una spugna per raccogliere gli oli essenziali estratti.
In questa situazione, e solo in questa, il termine “essenza” è usato correttamente perché non c’è stata alcuna modifica della struttura biochimica durante il processo di estrazione.
Estrazione per Enfleurage
L’enfleurage è una procedura estrattiva antica, lunga e particolarmente costosa, utilizzata per produrre a freddo le essenze più preziose, dai fiori delicati come il gelsomino, i fiori d’arancio, la tuberosa.
Si devono disporre i petali su un piatto spalmato di grasso e lasciarli freschi al buio per 24 ore. Il grasso può essere anche vegetale, va benissimo anche il Burro di Karitè. Ogni giorno si cambiano i petali e si procede così per alcuni giorni, fino a quando il grasso (pomade) sarà impregnato di profumo.
A questo punto si lava con alcool vegetale (alcol etilico) e si procede alla filtratura. Procedendo in questo modo si otterrà l’olio essenziale puro da enfleurage, uno tra i più rari e preziosi che si possano realizzare.
La resa di questo metodo è molto bassa, ad esempio sono necessari migliaia di fiori di Gelsomino per ottenere 1 grammo di olio essenziale.
Estrazione di olio essenziale in CO2 supercritica
L’estrazione degli oli essenziali con CO2 (anidride carbonica) supercritica è un metodo moderno che non mette in contatto con la pianta sostanze sintetiche.
L’anidride carbonica viene portata a temperature e pressioni specifiche (superiori a quelle definite critiche). A questo punto avrà sia le caratteristiche di un gas che di un fluido. In questa configurazione permette di separare ed estrarre miscele complesse di sostanze, tra cui gli oli essenziali.
La CO2 supercritica scioglie le sostanze presenti nel vegetale e si accumula nei separatori dove viene raccolto l’olio essenziale.
La CO2 è totalmente atossica, inerte, non infiammabile, poco costosa e riciclabile.
Produzione delle essenze in Co-distillazione
Si utilizza per alcune piante da cui non si riesce ad ottenere l’olio essenziale, come il fieno, l’ortica o le alghe. Una sostanza di supporto, normalmente la gomma arabica, si combina con la sostanza aromatica della pianta e ne trattiene le essenze.
Dopo il tempo necessario, le essenze verranno estratte, purtroppo solo in modo parziale, dalla sostanza di supporto.
Estrazione con Alcool
Altri oli essenziali, come la Vaniglia ed il Cacao, vengono prodotti facendo macerare il vegetale in Alcool, e vengono raccolti distillando l’Alcool. In questo caso non è possibile rimuovere l’alcool al 100% e sarà possibile percepire una nota olfattiva alcolica che svanirà velocemente.
Assoluti (absolue)
Quando non è possibile utilizzare altri metodi si ricorre ad un solvente (esano) per ottenere una pasta aromatica contenente oli e cere.
Per separare il solvente si distilla in alcol sottovuoto e si ricava l’assoluto, che conterrà comunque traccia del solvente. Al giorno d’oggi, oli essenziali come il Gelsomino e la tuberosa vengono prodotti con questa tecnica, non tramite l’enfleurage, perché i prezzi delle essenze prodotte con questo metodo sarebbero quasi inaccessibili.
Estrazione tramite solventi
L’estrazione con solventi permette di estrarre velocemente gli oli essenziali e di abbassare i costi di produzione. Le piante che vengono disposte su una griglia e, attraverso questa, si fanno passare i solventi chimici per estrarre le molecole aromatiche.
Il solvente viene rimosso (quasi del tutto) tramite evaporazione, ma le sue tracce alterano l’olio essenziale che perde buona parte delle sue proprietà. Inoltre i solventi sono pericolosi per la salute. Gli oli essenziali estratti con solventi sono meno costosi, ma vanno evitati.
Le controindicazioni degli oli essenziali prodotti con questo metodo possono derivare dalla tossicità dei solventi.